La Mendola: “puntiamo al PTR quale strumento per stimolare un nuovo piano di investimenti speciali per la costruzione di infrastrutture a servizio del territorio agrigentino”.
Dotare il territorio agrigentino di uno scalo aeroportuale a servizio della Sicilia centromeridionale. E’ questo l’obiettivo prioritario individuato dagli architetti nel documento inviato all’Assessorato Regionale Territorio e Ambiente, quale contributo dell’Ordine agrigentino alla redazione del Piano Territoriale Regionale (PTR), presentato al Palacongressi di Agrigento lo scorso 12 settembre.
Al fine di offrire il proprio contributo al Piano Territoriale Regionale, il Consiglio dell’Ordine ha voluto coinvolgere l’assemblea degli iscritti che, nell’assise dello scorso 11 ottobre, ha approvato all’unanimità un documento con il quale vengono riproposti, integrati e rilanciati i contenuti del manifesto precedentemente condiviso dalla Rete delle Professioni Tecniche della Provincia di Agrigento, sul tema delle infrastrutture necessarie per il rilancio socio-economico del territorio agrigentino.
Ecco gli obiettivi principali individuati nel documento approvato dall’Assemblea: Realizzazione Aeroporto Sicilia Centro-meridionale, chiusura anello autostradale gommato siciliano, realizzazione rete alta velocità su strada ferrata, potenziamento del sistema portuale integrato, realizzazione del ponte sullo stretto, quale strumento per rilanciare il corridoio europeo Berlino-Palermo e per richiamare nuovi investimenti per infrastrutture a servizio di una Sicilia, da rilanciare quale porta d’Europa culturale e commerciale sul Mediterraneo.
Per quanto riguarda i “collegamenti su gomma” abbiamo evidenziato la necessità di chiudere l’anello autostradale con la realizzazione della Castelvetrano-Gela, che attraverserebbe tutto il territorio provinciale con quattro corsie (due per senso di marcia) e con il completamento concreto del “cantiere infinito” della SS 189, in modo da garantire le quattro corsie anche per collegare Agrigento a Palermo.
In materia di collegamenti su strada ferrata, abbiamo sottolineato la necessità di integrare i lavori in corso per il potenziamento della linea Agrigento-Palermo, con un piano di interventi finalizzati a garantire il collegamento della città dei templi ad una rete ferroviaria dell’alta velocità, al momento frenata dai tempi di attraversamento dello stretto
Per il sistema portuale, abbiamo proposto il potenziamento dei tre principali porti ricadenti sulla costa agrigentina, in modo da esaltare la vocazione peschereccia e turistica (da diporto) del porto di Sciacca, la vocazione croceristica del porto di Licata e la vocazione commerciale del porto di Porto Empedocle.
Nel documento si prende atto dell’importanza del ponte di Messina per il raggiungimento degli ultimi due obiettivi, nella consapevolezza che, sino a quando l’attraversamento dello Stretto non sarà veloce, difficilmente registreremo investimenti importanti per la rete ferroviaria dell’alta velocità siciliana e per il sistema portuale integrato della costa meridionale, oggi completamente ignorato dai grossi mercantili, provenienti dai Paesi asiatici, attraverso il Canale di Suez e diretti al nord Europa. Tali imbarcazioni, al momento, ignorano le nostre coste e proseguono il percorso attraverso lo stretto di Gibilterra e, circumnavigando la penisola iberica, raggiungono i Paesi del Nord Europa, mortificando la centralità della nostra terra, mal collegata con il continente europeo.
Per tutto ciò, sarebbe importante anche il raggiungimento dell’obiettivo “Ponte sullo Stretto”, che costituirebbe un ottimo grimaldello per richiamare nuovi investimenti per l’alta velocità su strada ferrata e per il potenziamento del sistema portuale della costa meridionale della Sicilia.
L’unico obiettivo svincolato dalla necessità di rendere veloce l’attraversamento dello Stretto, conclude La Mendola, è proprio quell’aeroporto per la Sicilia centromeridionale, che costerebbe meno di tre chilometri di autostrada. Lo scalo potrebbe essere organico ad un nuovo sistema aeroportuale siciliano che, in linea con le direttive del Piano Nazionale Aeroporti, potrebbe alimentare, unitamente allo scalo di Birgi, il polo aeroportuale occidentale dell’Isola che, dal punto di vista amministrativo, potrebbe fare capo a Punta Raisi. Analogamente, lo scalo di Comiso potrebbe essere aggregato al polo orientale, facente capo a Fontanarossa.
Tutto ciò, supererebbe le tensioni dovute a “concorrenze territoriali”, consentendo peraltro una notevole riduzione dei costi di gestione ed una più attenta ed organica pianificazione dei voli in relazione alle esigenze del territorio siciliano e ad emergenze come, ad esempio, gli incendi o le frequenti eruzioni dell’Etna.
Tuttavia, l’inserimento dell’importante infrastruttura, nel Piano Nazionale degli Aeroporti, rimane ancora subordinato a quel parere dell’ENAC che non dovrebbe tardare ancora, visto che sono già trascorsi tre mesi da quando il Libero Consorzio Comunale di Agrigento ha presentato le integrazioni allo studio di fattibilità dell’infrastruttura richieste dallo stesso Ente Nazionale dell’Aviazione Civile.
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