Fatturazione elettronica e POS: da luglio scatta l’obbligo per gli architetti che, nel corso del 2021, abbiano conseguito ricavi superiori a 25.000 euro 

In applicazione all’art.18 del Decreto Legge 36/2022, dal prossimo 1 luglio 2022, scatta l’obbligo della fatturazione elettronica e dell’uso del POS, anche per gli architetti che, nel corso del 2021, abbiano conseguito ricavi o percepito compensi superiori a 25mila euro, a prescindere dall’adozione del regime fiscale ordinario o forfettario.

A carico di chi rifiuterà una transazione, attraverso il POS, sarà applicata una sanzione pari a 30 euro a cui va aggiunto il 4% dell’importo della stessa transazione.

Con la circolare n°64 dello scorso 14 giugno il CNAPPC ha chiarito che: “…Pur rimanendo libera la volontà delle parti (professionista e committente), all’atto della stipula dell’incarico, di adottare altro tipo di pagamento tracciabile, permane comunque l’obbligo per il professionista di essere fornito dello strumento del POS. A tal proposito si precisa che le sanzioni per la mancata accettazione di pagamento tramite POS saranno piene e non beneficeranno del pagamento in misura ridotta (circolare n. 8/22 della Fondazione Consulenti del Lavoro)…”.

Al fine di non incorrere comunque nelle sanzioni (sia per il POS che per la fatturazione elettronica), si consiglia agli iscritti un confronto con il proprio consulente fiscale e la consultazione del testo del decreto, pubblicato in Gazzetta:

https://www.gazzettaufficiale.it/eli/id/2022/04/30/22G00049/SG

Abbiamo già avuto modo di stigmatizzare, con il precedente comunicato stampa del 13 giugno, il delirante processo di trasformazione delle attività professionali in attività commerciali, che nell’occasione è alimentato dall’introduzione del POS obbligatorio anche per le professioni intellettuali

https://www.ordinearchitettiagrigento.it/dal-prossimo-30-giugno-anche-gli-architetti-dovranno-dotarsi-di-pos-la-protesta-dellordine/

Adesso stiamo pressando il Consiglio Nazionale affinché vengano almeno sottoscritte, prima possibile, apposite convenzioni collettive con le società operanti nel settore, al fine di ridurre al minimo i costi di gestione ed evitare dunque che l’esigenza di tracciabilità elettronica dei flussi finanziari (già peraltro garantita da semplici bonifici) si trasformi in un ulteriore balzello a carico dei liberi professionisti.

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